Riverberano i raggi sul filo irridescente ad ogni piccolo sussulto. Jōdan-no-kamae. La brezza mattutina le blandisce dolcemente i capezzoli spogli inturgidendoli. Giochi di ombre definiscono i contorni di quel corpo asciutto, una nudità plastica e ferina incorniciata in un languido gioco di morte. Seme. Lo spadaccino fa scivolare il kensen verso le gambe della guerriera, dalla tsuka cinque lunghi pendenti si dispongono armoniosamente sulle dita che l'avvolgono. La guardia della terra per contrastare il cielo. Seme. I corpi si proiettano nell'aria adoperandosi nell'ultima forma, lo spirito fatto suono errompe dalle gole, le lame fluiscono in sensi avversi lambendosi al contatto. È di nuovo silenzio. Un denso umore bluastro imperla il terreno. Ho scoperto che la Via del Samurai è la morte.
Cicalone a Genova
2 mesi fa